Benvenuti amici e amiche di Radio Tausia in un nuovo appuntamento con Il Buongiorno si sente dalla Radio e con la collaborazione di Atile Edizioni. Oggi, 25 settembre, abbiamo intervistato Angela Caputo, il quale ci ha parlato del suo libro “Bianca vestita di nero“.

Ascolta l’intervista completa.

Chi è Angela Caputo?

Nata a Giarre (Ct), tra le pendici dell’Etna e il mar Jonio, dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Classico si è laureata in Lettere Classiche. Come giornalista pubblicista ha pubblicato presso testate locale, lavorato come editing e correttrice di bozze. Ha svolto ricerche di storia locale e nazionale. Ha poi conseguito il Diploma di Specializzazione per l’insegnamento. Da sempre cultrice della storia, in particolare della Seconda Guerra Mondiale e della Shoah, ha insegnato in diverse scuole di ogni ordine e grado. Dopo diverse esperienze come Ghostwriter, ha preso il volo come autrice.

“Bianca vestita di nero”: la trama

Calabria, estate 1942. A Tarsia, paese su cui sorge il campo di concentramento situato in località Ferramonti, c’è tanta trepidazione per l’imminente visita del Duce e della delegazione fascista e nazista, con la presenza sul territorio della Wermacht. Il podestà, già impegnato col partito a Cosenza, nomina la nipote Bianca, appartenente alla gioventù mussoliniana fin da bambina, come sua fiduciaria e le assegna il delicato compito di organizzare l’accoglienza per gli ufficiali delle SS e di ispezionare nelle finte vesti di dama di carità il campo di concentramento, al fine di destituire il comandante accusato di essere un anti fascista e amico degli ebrei.

Bianca però nasconde qualche segreto dietro la sua divisa del fascio femminile: un fidanzato anti fascista al fronte, la migliore amica ebrea e una famiglia che sotto banco aiuta gli internati di Ferramonti. Il suo ingresso al campo le stravolgerà la vita: incontrerà un’umanità varia, l’accoglienza delle donne ebree nelle baracche, il maestro degenerato e censurato dai nazisti Michel Fingesten e soprattutto lui, il medico tedesco ebreo, Goran Jacowitz. Tra i due nascerà un’amore travolgente e illegale per le leggi razziali in vigore.

Ottanta anni fa, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, avveniva la liberazione del primo campo di concentramento della storia della Seconda Guerra mondiale: a Ferramonti di Tarsia in Calabria, il primo a essere liberato e l’ultimo a essere chiuso nel 1945 dopo aver svolto la funzione di raccolta profughi. Le testimonianze lo ricordano come luogo di salvezza per chi è riuscito a scampare le destinazioni tristemente note. Questo romanzo getta luci e ombre su Ferramonti, dando voce agli internati ma anche al popolo calabrese che ha svolto un’opera di volontariato nei riguardi dei prigionieri.