Bentornati amici e amiche di Radio Tausia con il nostro appuntamento dedicato alle Associazioni, enti e comitati che operano in Friuli Venezia Giulia. Ne il Buongiorno si sente dalla Radio di oggi abbiamo avuto ospite Domenico Lettig, presidente di Arrotini Val Resia.

Ascolta l’intervista.

Conosciamo meglio chi sono gli Arrotini Val Resia


La Val Resia, una conca glaciale nel nord-est del Friuli Venezia Giulia al confine con la Slovenia, è attraversata dal fiume Resia e dominata dal Monte Canin (2587 m). Oltre alle sue bellezze naturali, la valle è nota per il suo dialetto, patrimonio narrativo, danza, musica e il mestiere tradizionale dell’arrotino, particolarmente diffuso nella frazione di Stolvizza.

Gli arrotini della Val Resia, che nel XIX secolo si spostavano con una cassetta a spalla (krama) e poi con un carretto a due ruote (krosma), dopo la Seconda Guerra Mondiale iniziarono a usare biciclette attrezzate per il lavoro. Questo cambiamento permise loro di coprire distanze maggiori con meno fatica. Prima della Prima Guerra Mondiale, gli arrotini resiani si erano diffusi in tutta Europa orientale e meridionale, stabilendo botteghe in città dell’Impero austro-ungarico, Serbia e Romania, oltre che in Friuli, Slovenia e Croazia.

L’associazione C.A.M.A. (Comitato Associativo Monumento all’Arrotino APS) è stata fondata il 20 settembre 1997 e ha istituito il Museo dell’Arrotino per preservare e divulgare il mestiere dell’arrotino. Il primo obiettivo fu l’erezione di un monumento agli arrotini scomparsi, inaugurato l’8 agosto 1998. Nel 1999 fu aperta una mostra permanente con vecchi macchinari, biciclette e fotografie storiche.

Il Museo dell’Arrotino, visitabile tutto l’anno, promuove il mestiere dell’arrotino attraverso eventi e fiere, sia in Italia che all’estero. Partecipa a manifestazioni come la staffetta di Telethon a Udine e fiere dell’artigianato in Veneto, Slovenia e Carinzia. Ha collaborato con la BIT di Milano e “L’Artigiano in Fiera” nel padiglione dell’Ersa FVG e con Maniago per “Coltello in Festa“.

L’associazione conta circa 40 membri, principalmente arrotini in pensione che offrono volontariamente il loro tempo per la manutenzione del Museo e il mantenimento delle tradizioni. Il Museo si sostiene grazie alle donazioni e al contributo del 5 per mille.

Tramandare questo mestiere

Pur essendosi tramandato questo mestiere fino agli anni ‘90, oggi i giovani non lo praticano più, ancora attaccati al ricordo dei nonni che lo facevano in modo ambulane e non sempre in modo redditizio. Il mercato della coltelleria oggi sempre più all’avanguardia ricerca figure professionali ben specializzate.

L’associazione ha sempre sostenuto l’importanza di tramandare questa tecnica di arrotatura come caratteristica di questa valle. Un tempo praticata come ambulanti, oggi in laboratori, utilizzando macchinari elettrici oppure usando tecniche più raffinate, come l’affilatura con le pietre.

L’associazione nel gennaio 2018, in via sperimentale ed autonoma, ha proposto degli incontri/formativi sul tema dell’affilatura, strutturato in 4 giornate (un sabato al mese). Il primo obbiettivo con una lezione specifica, è stato quello di far conoscere ai partecipanti, molti residenti in valle, la storia di questo luogo e le sue tradizioni, facendo appunto conoscere il mestiere dell’arrotino dal passato fino ad oggi e il perché del Museo.

Nelle lezioni successive sono stati trattati temi specifici quali le mole abrasive, materiali che compongono le lame e i vari tipi, le tecniche di affilatura con prova di affilatura tradizionale con la mola posizionata sulla bicicletta e affilatura moderna con mola a motore. Per concludere il percorso formativo è stata organizzata una giornata a Maniago presso varie aziende del settore e la visita presso il Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie.

L’associazione, si propone nella realizzazione di percorsi formativi inerenti alle varie tecniche di affilatura e l’accompagnamento all’avvio di una bottega artigiana in valle.

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